mercoledì, marzo 22, 2006

DON PASTA



Food Sound System
manuale politico di gastronomia musicale

Food Sound System è un'idea del dj salentino Don Pasta, in arte Daniele De Michele.
"Questo non è un libro di cucina. O meglio, non solo. È la "jam-session" di un dj che ha mixato cucina e musica in unafusion di odori, suoni e sapori. Siamo in pieno Mediterraneo, tra Salento, Provenza e Maghreb." così inizia la presentazione del libro edito dalla Kowalsky (Feltrinelli) e disponibile nelle librerie da gennaio 2006.

DonPasta parla con noi della nascita prima che fisica "mentale" del progetto. La premessa è che Daniele nasce e vive a Otranto fino all'età di 18 anni; una volta finita la scuola decide di trasferirsi a Roma spinto da una voglia irrefrenabile di arricchire le sue conoscenze musicali e sopratutto di trovare spazio per esprimersi culturalmente.
"Il fatto di aver trascorso tanti anni chiuso in un paesino come Otranto in un Salento profondamente diverso da come è adesso, mi ha portato a dedicare la maggior parte del mio tempo all'approfondimento della cultura musicale. Una volta poi, trapiantatomi a Roma ho potuto vedere la differenza pazzesca che esiste tra i tempi della società moderna e quelli a cui ero abituato io. Differenza che prendeva forma nella cucina.Nel Salento dove sono cresciuto la cucina implicava un profondo rapporto con le stagioni con il tempo, con la terra e i prodotti agricoli. A Roma, come in tutte le grandi città, molte persone non hanno mai vissuto tutto questo."

Mi piace sentire parlare Daniele di un Salento che non conosco...e allora gli faccio la solita domanda:

Come è cambiato musicalmente il Salento in quasi più di dieci anni?

All'epoca non era come è adesso. Non aveva i riflettori puntati come ce li ha ora. Le uniche serate agli inizi degli anni '90 erano qualche dancehall dei primi Sud Sound System quasi sempre al Babilonia (locale sul mare a Torre S.Andrea, frequentatissimo ancora oggi l'estate, ndr) e qualche serata house in giro nei paesi. Non esisteva altro! O meglio...non esistevano "discoteche rock". Per quanto mi riguarda passavo le mie giornate in una Otranto invernale, malinconica e deserta, soffrendo dell'impossibilità di esprimermi culturalmente.
Appena finita la scuola mi trasferii a Roma con la voglia matta di arricchirmi sia culturalmente che musicalmente. Agli inizi tornavo a Otranto l'estate e , ricco dell'esperienza romana, organizzavo serate ed eventi nel Salento. Cominciai alla "Talega" a Otranto nel '94-'95 (che poi divento "Mandragola") in cui mi occupavo della gestione artistica. Ogni sera li dentro si creava una situazione diversa: c'era la serata reggae, quella jungle, quella rock. In quel posto riusci portare i Villa Ada (gruppo reggae romano) e spesso i Sud. Poi occupandomi della rassegna "Bass Culture" riusci a far suonare i Sud Sound System e Laurel Aitken!
In quel posto potevo finalmente esprimere il mio approccio versatile alla musica: appassionato dei Clash mixavo rock, punk e reggae. All'epoca mi chiamavo Faugno (a causa dell'eccessiva umidità che c'era nella Talega!) e suonavo i piatti con attitudine particolarmente punk!
Nel '96 a Roma organizzai la prima festa di San Martino chiamata "San Martino is drunk" al centro sociale Intifada e fu una sorpresa vedere 300 persone per la prima volta riunite in centro sociale nella capitale d'Italia a festeggiare una "loro" festa!La manifestazione crebbe ogni anno di più e nel '99 diventò "SCIROCCU" vedendo la partecipazione nel 2003, al c.s.o.a. SNIA viscosa, di 4000 spettatori (ovviamente non più solo salentini) che assistevano alle meravigliose performances di Uccio Aloisi e degli Opa Cupa."

Cosa pensi riguardo l'allontanamento dalla terra natia, e più in generale riguardo lo spostamento?

"Il luogo dove sei nato te lo porti appresso ovunque. Me lo sono portato nella scrittura, nel modo di comportarmi, nelle abitudini. Il legame con la terra natia va comunque rielaborato e per fare ciò non hai bisogno di stare lì. E' da 13 anni che vivo lontano dal Salento, ma in tutto quello che ho fatto me lo sono portato appresso. E' una terra speciale.
Lo spostamento direi che è essenziale. Il fatto di fare i conti con la diversità di altri popoli ti arricchisce inevitabilmente. Ho vissuto due anni in Francia e lì la situazione è molto diversa. Ho potuto realmente vedere cosa significhi società multirazziale. Parigi è come Londra: l'una influenzata profondamente dalla civiltà araba, l'altra da quella caraibica. Sono influenze profonde che in un paese come l'Italia, dove l'immigrazione è recente, non hanno modo di esistere. Ed è un peccato perchè la diversità arricchisce!"

Grazie Daniele!

" Grazie a te..."

Nessun commento: