mercoledì, marzo 22, 2006

TREBLE, lu Professore


INTERVISTA AD ANTONIO "TREBLE" PETRACHI, lu Professore.

TREBLE, Lu Professore e' uno dei cantanti ed autori dei S.S.S di cui è' un membro fondatore. Conosciuto come Lu professore per la grande mole di testi e musiche preparate e prodotte nel corso della ventennale attività con Sud sound system.
Ma Professore anche perchè, nella permanenza (dieci anni) in quel di Bologna per studi, iniziando a fare musica con altri salentini doc, ggd, dj war, papa gianni, etc… ha " professato" il ritorno delle "menti"al sud, una sorta di rimpatrio, una specie di emigrazione al contrario.
E proprio di questo ci parla Treble, del motivo che lo ha spinto in questi anni a parlare dell'importanza del ritorno:

" Penso sia fondamentale tornare nella terra che ti ha dato le origini e riappropriarsi del rapporto fondamentale che si ha con essa. Magari emigri per ragioni di studio o lavoro, o perchè senti il bisogno di conoscere, di crescere. Ma non è giusto che ti tenga tutto per te. Se ognuno avesse il desiderio di cambiare le cose, anche se difficili, potrebbe riuscire a farcela anche qui. Se invece decide di fuggire alimenta lo sfruttamento che questa terra subisce da ani da parte del sistema. Una volta negli anni '60 esisteva la Questione Meridionale. Oggi ce la siamo dimenticata. Una volta la terra ricca era la nostra, ricca d'agricoltura e di risorse. Poi ovviamente queste sono state sfruttate dai paesi più ricchi economicamente e noi siamo stati costretti ad emigrare.
Negli anni si è parlato anche di arretratezza culturale del sud, la si è inventata probabilmente per controllarlo meglio. Ma tutti sanno che ciò non è vero: noi siamo ricchi di storia e di cultura formatasi negli anni attraverso gli incroci di razze e le contaminazioni che ne derivarono ci segnarono molto a livello artistico. Mi piace pensare che noi geneticamente siamo portati all'espressione.
Il fenomeno attuale è quello del raggamuffin. Tutti cercano di spiegarselo, ma al di là del fermento attorno al S.S.S. la spiegazione risiede in quello che ho detto prima.
L'altra faccia della medaglia è lo sfruttamento che il sistema attua nei confronti di questo fenomeno. Hanno dato un'immagine retorica e da cartolina a questo posto. La gente pensa che qui tutto l'anno è come i caraibi: spiagge reggae sole. Perchè glielo fanno credere. Sono specchi per le allodole. Poi quando vai sul concreto ti accorgi che in tutto il Salento non esiste una sala prove o d'incisione gestita dal comune!
Inoltre la situazione culturale in genere, di massa, vada peggiorando. C'è poco approfondimento, poca voglia di conoscere. Ad esempio qui ci sono molte dancehall ma se provi ad andarci in qualcuna di queste ti accorgi che la musica è tutt'altro che reggae. Spingono l'hardcore perchè è quello che va...è di moda!
Ma le situazioni possono comunque cambiare...c'è una frase che mi piace ricordare: se una formica vivesse con la paura di essere schiacciata dall'uomo...la sua vita non avrebbe senso!"

Come vedi il reggae di oggi? Lo stile roots è morto?

"Il reggae di oggi è figlio del tempo come ogni cosa di oggi, venti anni fa era essenzialmente suonato da band, oggi lo si produce con il computer; utilizzando la tecnologia in ogni fase: arrangiamento, ripresa, registrazione, mastering ecc...non potrebbe essere diversamente.
francamente posso dire che dove c'è sensibilità artistica la tecnologia, il "digitale", non può che aiutare, forse in alcuni casi potenziare le possibilità compositive e di esecuzione; ma nessuno può negare che un basso analogico parla al cuore di più che un'onda sinusoidale, il riff di un batterista ha più feeling di una rullata fatta sulla tastiera, un compressore a valvole dà l'anima ad un suono da registrare, tant'è che Oggi la strada che si cerca di intraprendere nella produzione musicale è quella della integrazione tra sistemi analogici e sistemi digitali.
il problema è che, nel tempo, sono essenzialmente aumentati i bpm (battiti per minuto) delle musiche reggae. Sembrerebbe solo un aftto tecnico ma non lo è. Il reggae è nato rallentando il rock steady e lo ska, musiche che alla fine degli anni 50 dominavano le scene musicali della giamaica e dei luoghi dove immigrati giamaicani vivevano(Stati Uniti, Inghilterra), per averne la prova basta prendere un brano Ska appunto e rallentarlo. Il reggae è nato per essere una musica che parte dal cuore ed arriva ad un altro cuore, per essere in sintonia con il cuore non può che avere il ritmo del cuore; il cuore umano batte mediamente 60 volte al minuto, così è il ritmo reggae, il ritmo roots. Poi la tecnologia, la disco degli anni settanta, l'america del business , hanno sconvolto questi "canoni umani", si deve ballare, più veloce, 70, 80,90 bpm, la techno, anche oltre 120 ....e così l'industria ha puntato sul lato disco del reggae, la sua caratteristica innata di far muovere la gente è stata usata per far andare la gente a ritmi più veloci, da discoteca, da consumare il più presto possibile...Il risultato è che Il Reggae ha cominciato a superare le barriere geografiche e politiche della musica, da musica di emancipazione sociale e denuncia (vedi Marley per chi conosce solo Lui) è diventata una musica da consumare, di moda, tendenza...ma...eh si.. ha perso dei contenuti...venire dal cuore e aprlare al cuore vale per tutti.
Ogni tanto, periodicamente, in Giamaica almeno, c'è come una fiamma di ritorno, il roots, il ritmo delle radici, quello per intenderci più simile al suono dei wailers, torna alla ribalta con ritmi e testi e cantanti che possiamo chiamare Reggae, senza errare. Il fatto è che lo show business vince sempre, l'Hip Hop americano, sponsorizzato da major, anche in Giamaica, ha per esempio sconvolto il modo di cantare degli artisti giamaicani, che hanno introdotto liriche tipicamente hip hop, snaturando la classica cadenza dello stile reggae e raggamuffin...e pensare che il rap era nato da giamaicani che emigrati in America ( vedi KRS one fra i tanti e forse tra i primi)
Così lo stile roots è succube di scelte musicali dettate la biz.Bisogna sottolineare una cosa però, che ancora oggi un artista giamaicano per essere apprezzato da pubblico e critica deve avere almeno un brano roots nel suo repertorio."

Quando dici "la musica è uno stile e non ha diversi stili" che intendi?

"Spesso nella musica cosiddetta di contaminazione, termine che non mi piace troppo perchè nulla si crea o si distrugge ma tutto si trasforma, un metro per capire se il risultato prettamente musicale è riuscito sta(secondo il mio parere) nel non rintracciare più uno "stile" definito, è come mettere tanti colori insieme e non rintracciare più i fondamentali, è come unire tanti ingredienti per preparare una pietanza che non è ne solo cipolla, o solo pomodoro, o solo zucchine, ma un tutto unico e armonico. Forse Sona Musica percorre questa strada, qualcosa che punta all'essere e non all'avere."

Qual'è la storia del fortunato slogan "salento lu sule lu mare lu ientu"?

"Anni fa, fine ottanta, diversi brani che allora nascevano tra i novelli compositori dei sss, parlavano del SALENTO, forse tra i prime a utilizzare nelle canzoni questa parola e a portarla in giro, promuovendo la terra , le proprie origine e comunque denunciandone problemi e arretratezze o presunte tali, nelle dance hall di allora, come ancora oggi, era un punto di forza della serata dedicare delle rime al Salento, face tenere unite le persone, intorno ad un sentimento: quello di dire, si siamo al Sud, terra abbandonata puru de li figli soi, ma noi siamo qui, ascoltiamo Reggae e la nostra terra la amiamo e rispettiamo, nonostante mafia e sfruttamento politico, per il salento e contro questi cantiamo e portiamo musica: Tra i primi brani dei sud c'era per esempio :"Abbasciu allu Salentu nui bruciamu cullu Reggae...,
così si cantava allora, e si sentiva nelle dance hall organizzate in giro nel Salento anche "Salentu la terra de lu sule de lu mare de lu reggae e de lu ientu", poi entrata nell'immaginario comune, è un pò come Punnu Ieu, oppure Cicileu, sono parole o frasi sentite durante le dance hall, sciorinate in quegli anni freschi, dai novelli cantori de sta terra amara, li sud appunto. "

In che rapporti sei con i s.s.s.?

"in fase di stallo... "


Tra i brani storici di Treble, oggi ritenuti dei classici, ricordiamo: FUECU, T'HA SCIUTA BONA, Reggae Internazionale, Comu na Petra, Musica comu mare, Statte cu mie, Musica Musica, fino ai più recenti Le radici ca tieni, Trenu, La gente povera. Già negli anni ottanta e novanta ha dato importanti input e forme a differenti esperienze musicali, come i Mustapha Mc's, che realizzarono il demo di T'Ha sciuta bona, il primo brano in assoluto ad essere scritto in raggamuffin salentino, Isola Posse all stars, antesignani dell' Hip Hop italiano, dai quali scaturì poi l'esperienza singola di Neffa, i Calura, per anni tra le migliori reggae band della nazione. Tornato in Salento, mettendo a frutto le esperienze e i contatti degli anni da "emigrato", dopo aver fondato la Tripla Esse insieme a GGD, DJ War, Papa Gianni e Militant P, si è dedicato, insieme ai Sud al progetto di creare una etichetta discografica indipendente per valorizzare e promuovere i talenti salentini, oltre che partecipare agli innumerevoli concerti, in qualità di chitarrista e cantante, con i SSS, e produrre tutti i loro i album fino a Lontano.
Insieme ai Sud SS, ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra i quali Il premio Tenco come miglior album in dialetto (Lontano, 2003), ha prodotto le musiche dello spettacolo Acido Fenico con la compagnia teatrale Koreya, partecipato alle colonne sonore di films quali Sud, di Salvatore, Pizzicata e Sangue vivo di Winspeare, liberate i pesci di C.Comencini.

3 commenti:

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