martedì, marzo 07, 2006

KUMENEI a Capo Verde





DIARIO DI CAPO VERDE Festival Sete Sois Sete Luas

La rassegna delle culture migranti Negroamaro, patrocinata dalla Provincia di Lecce, ha avviato un gemellaggio con il festival mediterraneo “Sete sois sete luas”.
Un legame, questo, già attivo dall’estate 2005, quando la rassegna nostrana, in collaborazione con Zero Project e Lab 05, ha ospitato una sezione dedicata alla musica, al cinema e alla cultura di Capo Verde in occasione del trentesimo anniversario dalla liberazione dal Portogallo raggiunta il 5 luglio 1975.
Il 4 e il 5 novembre 2005, un pezzo della rassegna salentina, rappresentato dalla musica dei Kumenei., si è trasferito nello splendido scenario dell’arcipelago capoverdiano.
Abbiamo intervistato Marco “Puccia”, uno dei fondatori del gruppo di etno musica salentina e ci siamo fatti raccontare il loro diario di Capo Verde.

“Il nostro viaggio?Una lunga storia durata sei giorni intensi. Appena arrivati, cominciamo a sentire aria di Africa, il vento e il caldo secco ci accolgono. Da Praia prendiamo un aereo per l’isola di Sao Vincente, destinazione Mindelo: da qui viaggio in traghetto per Porto Novo, isola di Santo Antao. Saliamo in autobus e attraversiamo interamente la striscia di terra per giungere a Ponta Do Sol, dove riposiamo dopo…30 ore di viaggio!
Il giorno dopo, 4 novembre, visitiamo le suole di Ribeiro Grande. Nonostante la grandissima povertà, in questo paese riescono a raggiungere una frequenza alle scuole primarie molto alta. Noi regaliamo ai bambini quel poco che possiamo…la nostra musica, mentre loro ci dedicano una canzone di benvenuto, sorrisi e abbracci.
La sera suoniamo per ultimi al Festival con tutta l’energia dataci da questa magnifica gente. Non possiamo che ricambiare la splendida ospitalità, facendo di tutto per far ballare il pubblico. Per gli organizzatori è una scommessa vinta: realizzano una così importante manifestazione, là dove prima sembrava impossibile, grazie anche all’aiuto dei politici locali e soprattutto agli abitanti delle isole, vogliosi e amanti dell’arte.
La mattina del 5 torniamo a Praia, abbiamo il tempo di mangiare in un ristorante tipico e di ascoltare un po’ di musica della zona.
Il 6 novembre c’è già l’odore del ritorno a casa, ma facciamo in tempo a fare un tuffo nel mare dell’ Oceano e, nel pomeriggio, a suonare in Parlamento.
Da qui ricomincia l’estenuante ritorno a casa….ma questa è solo una cronaca senza colore.
Come facciamo a raccontarvi dell’orgoglio di quella gente, dell’ospitalità e della loro gioia di vivere, dei bambini di Ribeira, del viaggio nella Vallata di Paùl, della povertà visibile, ma impalpabile, grazie ai sorrisi e agli occhi di quel popolo. Come raccontare della corruzione che esiste nelle grandi sfere, o del reddito medio che tocca a stenti i nostri 300 euro al mese, o della ormai perenne siccità.
Noi abbiamo trovato solo il buono in un un Paese dove il male potrebbe fare da padrone. Abbiamo visto negli occhi della gente non la tristezza, ma la fierezza per quel poco che hanno.
OBRIGADI.”
Di Sabrina Manna – Zero Project
Diario di Marco Santoro Verri

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